Il monitoraggio della sismicità indotta è estremamente importante per comprendere i processi fisici all’origine del fenomeno sismico. Permette inoltre di identificare e mappare le potenziali faglie attive vicino ai siti industriali. Il monitoraggio sismico in tempo reale è lo strumento di controllo più usato in molte aree di utilizzo delle risorse per la produzione di energia.
Una rete di monitoraggio sismico è un insieme di stazioni sismiche distribuite su di una determinata area, collegate in tempo reale attraverso sistemi di teletrasmissione dei dati ad un centro di raccolta. Le reti di monitoraggio sismico vengono realizzate per scopi scientifici e azioni di protezione civile.
La rete di monitoraggio sismico registra le vibrazioni del terreno causate dal passaggio delle onde sismiche. La rete è molto sensibile e rileva tutte le vibrazioni del suolo, sia quelle dei terremoti sia quelle generate da altre sorgenti come ad esempio il transito di mezzi o veicoli (treni, camion, ...), le attività di macchinari industriali, le perturbazioni meteorologiche o le esplosioni di cave o ordigni bellici.
La rete di monitoraggio sismico registra le vibrazioni del terreno causate dal passaggio delle onde sismiche. La rete è molto sensibile e rileva tutte le vibrazioni del suolo, sia quelle dei terremoti sia quelle generate da altre sorgenti come ad esempio il transito di mezzi o veicoli (treni, camion, ...), le attività di macchinari industriali, le perturbazioni meteorologiche o le esplosioni di cave o ordigni bellici.
Il sismografo è uno strumento che trasforma il movimento del suolo causato da un evento sismico in una registrazione permanente. Esso consente di analizzare opportunamente e di riesaminare in qualunque momento l'insieme delle onde sismiche.
Il sistema di monitoraggio acquisisce in continuo il segnale dalle stazioni della rete, lo analizza per riconoscere eventuali variazioni e, se queste variazioni sono riscontrate in più stazioni, ne localizza l’origine e l’intensità. Se sussistono le condizioni viene dichiarato il cosiddetto “evento sismico”. Tutto ciò avviene in pochi secondi a partire dal momento in cui il segnale viene registrato.
Può succedere che vengano identificati anche eventi diversi o falsi eventi dovuti alla corrispondenza casuale di variazioni di segnale. Dato che il sistema è calibrato per essere molto sensibile (ricordiamo che lo scopo principale è quello di registrare la microsismicità) ci possono essere numerosi falsi eventi. Per questo motivo, tutte le elaborazioni automatiche sono riviste da un sismologo esperto, che analizza gli eventi rilevati e li conferma nel caso in cui questi corrispondano a terremoti locali o eventi potenzialmente connessi all'attività dell'impianto di stoccaggio.
Il moto del suolo registrato dagli strumenti viene usualmente rappresentato con dei grafici, chiamati sismogrammi, che descrivono il movimento del terreno al passare del tempo. Dai sismogrammi si può valutare (sia visivamente sia attraverso analisi al computer) dove è avvenuto un evento sismico, quanto forte è stato e alcune altre sue caratteristiche.
Per maggiori dettagli consultare la pagina omonima nella Home page.
Nel sismogramma possiamo riconoscere le fasi (cioè particolari tratti delle forme d’onda) relative a specifici fronti d’onda che si generano alla sorgente o all’attraversamento della struttura geologica della Terra, che è complessa, e il “rumore sismico”, cioè la vibrazione risultante da un gran numero di processi di origine diversa (dalle perturbazioni atmosferiche al moto oceanico, dalle attività umane ai terremoti stessi) che corre continuamente lungo la superficie terrestre similmente al moto ondoso continuo che troviamo, più o meno forte, sul mare.
Dalle specifiche fasi riconoscibili nei sismogrammi generati da un evento sismico si può stimare (sia visivamente sia attraverso analisi al computer) dove è avvenuto, quanto forte è stato e alcune altre sue caratteristiche.
Le opere strutturali dell'impianto IGS Cornegliano Stoccaggio sono state progettate secondo le norme tecniche per le costruzioni adottando parametri particolarmente severi e conservativi; le strutture sono quindi robuste e certamente in grado di resistere agli eventi sismici attesi senza subire danni.
Nel caso di ipotetici eventi catastrofici, molto più violenti e improbabili, le strutture potrebbero subire danni localizzati ma nessun crollo; in questo caso l'impianto è dotato di sistemi di sicurezza intrinseci che, in caso di anomalia, interrompono le condizioni di funzionamento e pongono l'impianto in condizioni non operative.
Sì, il giacimento può dirsi sicuro in caso di terremoto. Esso infatti non è costituito da una grande cavità vuota riempita dal gas ma da rocce porose nelle quali si infiltra il gas, una specie di grande spugna collocata a circa un chilometro e mezzo di profondità. La roccia che costituisce il serbatoio, al cui interno è immagazzinato il gas, e quella che lo sigilla superiormente (il cosiddetto cap rock) si comportano elasticamente al passaggio delle onde sismiche generate da un evento. Bisogna ricordare che i serbatoi esauriti di gas usati in Italia per lo stoccaggio hanno contenuto il gas formatosi naturalmente per milioni di anni e hanno “sperimentato” e resistito a tutti gli eventi sismici che si sono verificati nell'area.