Domande e risposte più frequenti

Sismicita'

Cos'è un "evento sismico"?

Il termine “evento sismico” indica ogni fenomeno che genera onde sismiche (o vibrazioni del suolo) che si propagano all’interno della terra e alla superficie del suolo. Un evento sismico è sempre contraddistinto da un luogo di origine (sorgente), un tempo origine, un’energia rilasciata (magnitudo). Le cause che possono generare un evento sismico sono: terremoti (tettonici o vulcanici), esplosioni (nel sottosuolo, in superficie, nell'atmosfera), mezzi di trasporto (treni, bus, automobili, …), macchinari industriali in azione (motori in rotazione, presse, …), altre cause naturali diverse dal terremoto (impatto di meteoriti, onde dell’oceano, perturbazioni atmosferiche, vento, …), e altre attività umane (scoppi in miniera o cava, attività svolte nel sottosuolo, …, ma anche indagini scientifiche con sorgente “attiva” come la prospezione sismica). Il termine terremoto, in particolare, identifica un evento sismico associato o al rilascio di energia elastica accumulata all'interno della crosta terrestre (origine tettonica) o a fenomeni vulcanici (origine vulcanica).

Cos'e' la pericolosità' sismica?

Con pericolosità sismica si intende comunemente lo scuotimento del suolo che può verificarsi in una certa località a causa degli eventi sismici ricorrenti nell'area (sismicità) . Come per la meteorologia, oggi nel mondo le valutazioni più usate e accreditate di pericolosità sismica si ottengono grazie a stime di tipo probabilistico; esse uniscono le osservazioni disponibili sui fenomeni naturali – i terremoti, le faglie che li generano – con dei modelli matematici che simulano la loro frequenza ed energia nel tempo, e calcolano il movimento del suolo che può derivarne nell'intorno. Per questo le mappe di pericolosità sismica, come quella usata dalla normativa sismica, indicano il valore di moto del suolo che viene superato con un certo livello di probabilità in un dato periodo di tempo (es. accelerazione che ha una probabilità del 10% di essere superata in 50 anni).

Che differenza c'e' tra intensità' e magnitudo di un terremoto?

La grandezza di un evento sismico può essere misurata mediante la magnitudo o l'intensità macrosismica. La magnitudo è una grandezza fisica ed è espressa attraverso un numero decimale puro. Essa viene calcolata a partire dall'ampiezza delle onde sismiche registrate dai sismografi o grazie alla stima del momento sismico, anch'esso ricavato dalle registrazioni strumentali. Ogni incremento di una unità di magnitudo corrisponde ad un aumento di circa trenta volte dell'energia emessa. La scala di magnitudo più conosciuta è quella proposta da Richter, negli anni ’30. Il più forte evento registrato in Italia è stato il terremoto di Messina del 1908, con M~7.1 e oltre 80.000 vittime stimate.

L'intensità macrosismica (o intensità) di un evento sismico classifica gli effetti provocati sull'ambiente, sulle cose e sull'uomo, e viene pertanto assegnata alle diverse località interessate dall'evento (intensità di sito). L’intensità epicentrale rappresenta l’estrapolazione degli effetti che si sarebbero manifestati all'epicentro, ovvero teoricamente nel punto sulla superficie terrestre più vicino alla sorgente del terremoto; in tal modo può essere considerata una misura dell’energia liberata.

In Italia, l'intensità di un evento sismico viene valutata con la Scala MCS (Mercalli-Cancani-Sieberg, più nota come Scala Mercalli) che si compone di dodici gradi. Nella classificazione proposta, gli eventi sono percepibili a partire dal III grado; dal VI all'VIII si verificano danni alle abitazioni; a partire dal IX grado, gli effetti sono distruttivi, con frequenti crolli totali ed effetti sull'ambiente circostante.

In quale classe sismica si trova Cornegliano Laudense?

Cornegliano Laudense nel 2003, è stato classificato nella Zona Sismica 4, quella a minor pericolosità sismica prevista per l’Italia. Tale classificazione per Cornegliano è stata modificata in Zona 3 a seguito della delibera della Regione Lombardia n. 2129 dell'11 luglio 2014 con la quale, anche a seguito dei terremoti dell’Emilia del 2012, è stato innalzato il livello di controllo per gran parte dei Comuni lombardi che prima erano in Zona 4.

Quali sono le caratteristiche della sismicità' dell'area di Cornegliano Laudense?

L’area di Cornegliano Laudense è stata in passato interessata da eventi sismici moderati, poco frequenti, e profondi. Eccetto che per i terremoti del 1786 e del 1951 nel Lodigiano, tutti i terremoti più forti sono avvenuti a più di 15-20 km L’evento di maggior interesse per l’area del lodigiano, cioè quello del 15/5/1951, noto anche come “terremoto di Caviaga” - che fino a pochissimi anni fa, si riteneva provocato dalle attività di estrazione del gas praticate nell’area (Caloi et al., 1956) - è stato più recentemente attribuito ad un’origine tettonica naturale (Caciagli et al., 2015 e Vannoli et al., 2014). È anche importante notare che il catalogo macrosismico non riporta danni nella località di Cornegliano Laudense, mentre, il terremoto ha generato danni in tutte le località vicine ed è stato risentito in un’ampia area nell’intorno.

Per ulteriori dettagli consultare la pagina
Sismicita' storica e strumentale nella sezione Monitoraggio Sismico.

Con quale frequenza e intensita' si possono verificare eventi sismici a Cornegliano Laudense?

Per rispondere a questa domanda bisogna distinguere a quali eventi sismici ci si riferisce.

La rete sismica rileva numerosi segnali che possono essere associati ad eventi sismici legati ad attività umane o a eventi naturali come le perturbazioni metereologiche. La frequenza di questi segnali è legata alla frequenza con cui questi eventi si verificano. Per quanto riguarda le perturbazioni metereologiche, queste sono maggiormente presenti in tarda primavera estate; i segnali relativi a questi eventi vengono riconosciuti ed esclusi dal catalogo degli eventi sismici. Per quanto riguarda i segnali relativi alle attività umane, i treni costituiscono senza dubbio la fonte di segnale sismico più frequente e forte rilevato dalle stazioni della rete. Più in particolare, le stazioni OL05 e OL06 risentono del passaggio dei treni lungo la linea che attraversa Lodi (con una frequenza mediamente di 15-30’) e del passaggio di autoveicoli (es: la stazione OL05 si trova vicino alla statale SS9). Le stazioni OL02, OL03 e OL04 risentono del passaggio dei treni lungo la linea ad alta velocità (con una frequenza mediamente di 10’) e del traffico dell’autostrada A1.

Per i terremoti, la risposta a questa domanda presenta alcuni aspetti di maggiore complessità. Dai dati disponibili è possibile stimare una frequenza pari a un evento in 50-70 anni con un’intensità prossima alla soglia di inizio danno.
L’area del Lodigiano infatti risente degli eventi moderati, poco frequenti e profondi di questo settore della Pianura Padana, ma anche di eventi più energetici e lontani, prevalentemente quelli che avvengono lungo le strutture tettoniche attive delle Alpi Meridionali e degli Appennini Settentrionali.
Lodi è il centro abitato per il quale sono disponibili il maggior numero di informazioni e la storia sismica di Lodi, riportata nel Database Macrosismico DBMI15 (Locati et al., 2016) è costituita da circa 40 osservazioni, relative a terremoti a partire dal Medioevo. A partire dal 1500 sono riportati 8 eventi di intensità superiore o uguale a 5, senza mai raggiungere il sesto grado, soglia del primo danno nella scala macrosismica.
Per ulteriori dettagli consultare la pagina Sismicita' storica e strumentale nella sezione "Monitoraggio Sismico".

Com'era la sismicità' prima dell'attività di stoccaggio?

La rilevazione della sismicità prima dell’avvio delle attività di stoccaggio serve a valutare la sismicità naturale di fondo in condizioni “non perturbate”. La nuova Rete Sismica di Cornegliano Laudense (RSCL), che ha una sensibilità molto più elevata rispetto alla rete nazionale, nel periodo 1/1/2017-31/11/2018 (prima dell’avvio delle attività di stoccaggio) ha rilevato complessivamente 11 eventi di magnitudo molto debole, tutti nell'Area Esterna di rilevazione, e tutti riconducibili a cause di natura tettonica. Non si tratta né di eventi dovuti alle trivellazioni dei pozzi, che erano già concluse, né di micro-eventi indotti dallo stoccaggio, che non era ancora iniziato.

Quando un terremoto e' percepibile per l'uomo?

Gli eventi superficiali possono essere percepiti dall'uomo già a partire magnitudo molto basse (intorno a magnitudo 2.0). Tuttavia tale percezione dipende molti fattori: dalla distanza dell’insediamento, dalla profondità dell’ipocentro, dalle condizioni locali dei suoli (suoli che amplificano possono aumentare la percezione), dall'ora in cui esso avviene (di notte sono percepiti più facilmente).

Quale livello di terremoto può' determinare danni agli edifici?

Gli eventi che possono provocare danni in Italia hanno in genere una magnitudo superiore a 5.5. Tuttavia il moto sismico è largamente influenzato dalla risposta sismica locale, oltre che dalla profondità della sorgente, e il danno dipende dalla tipologia e dallo stato di conservazione del manufatto.

Sismicita' Indotta

Cos'e' la sismicita' indotta?

Si definisce sismicità indotta un insieme di eventi sismici causati da attività umane.
Tra tali attività si annoverano: estrazione di petrolio e gas, stoccaggio della CO2, estrazione di gas da argille, fracking (idrofratturazione), produzione di energia geotermica, attività dell'industria mineraria, scavi a cielo aperto, laghi artificiali e dighe, esplosioni.

Come si rileva la sismicità' indotta?

La sismicità indotta viene rilevata con le medesime tecniche con cui si rileva la sismicità naturale di bassa magnitudo. Sono pertanto necessarie reti di monitoraggio sismico dedicate che consentano di rilevare eventi molto deboli, fornendo localizzazioni e stime di magnitudo accurate. In alcuni casi queste reti sono integrate da strumenti installati in pozzi profondi in modo da disporre di misurazioni più vicine al punto in cui le attività sono svolte. Non esiste tuttavia una misurazione strumentale che consenta di distinguere in modo certo eventi naturali ed eventi indotti.

Cosa causa la sismicità' indotta?

La sismicità indotta è dovuta ad una variazione dello stato di sforzo nell'ammasso roccioso, generata dalle attività antropiche e non da cause naturali. Se lo stato di sforzo risultante supera la soglia di resistenza del materiale o riduce la forza di coesione (cioè di attrito) che tiene bloccate le faglie si generano rotture o eventi sismici. L’iniezione o l’estrazione di fluidi nel sottosuolo, e l’aumento o la diminuzione del carico idrostatico sono le cause più frequenti e documentate dei casi di sismicità indotta.

Quali procedure sono adottate in caso di sismicità' indotta?

Se la rete di montaggio sismico rileva un incremento della microsismicità, si procede con un’analisi scientifica più approfondita per stabilire un possibile collegamento con le attività in corso e l’eventuale evoluzione delle fenomenologie rilevate. Oltre alla magnitudo e ai valori di picco di velocità e accelerazione, le analisi considerano anche altri parametri come la numerosità degli eventi rilevati, i valori di correlazione, i valori di perturbazioni del campo di stress calcolati con modellazioni numeriche, ecc.

Ci sono evidenze di eventi sismici correlati ad attività' di stoccaggio di gas?

Il database HiQuake (https://inducedearthquakes.org/) elenca i casi di sismicità indotta nel mondo. Per le attività di produzione e/o stoccaggio del gas, il database riporta i 7 seguenti casi in 5 diversi paesi:

  • Gazli, Uzbekistan (Plotnikova et al., 1996) — Lo stoccaggio utilizza un deposito naturale di produzione di gas che viene convertito allo stoccaggio nel 1988. Plotnikova et al. (1996) riportano sismicità con magnitudo compresa tra 4 e 5 durante il periodo di stoccaggio, e soprattutto durante i primi tre anni di riempimento del serbatoio. Dal 1988 il deposito è stato utilizzato per lo stoccaggio di gas. Va sottolineato che il sito di Gazli è noto a causa di due forti terremoti, rispettivamente M 6.8 nel 1976 e M 7.2 nel 1984, avvenuti durante il periodo di sfruttamento del reservoir per la produzione di gas, che causarono danni ingenti e morti nella città di Gazli. Non è dunque escluso che la sismicità rilevata durante il successivo periodo di stoccaggio non sia legata ai due eventi maggiori avvenuti in precedenza. Tuttavia, l’informazione scientifica è piuttosto incerta, anche perché la letteratura disponibile è principalmente in lingua russa.

  • Progetto di stoccaggio di gas Castor, offshore della Spagna (Cesca et al., 2014; Gaite et al., 2016). — Questo progetto mirava a utilizzare un giacimento esaurito di olio (campo petrolifero di Amposta) costituito da rocce carbonatiche fratturate, situato offshore nel Golfo di Valencia (Spagna settentrionale), a circa 20 km dalla costa. Era prevista una capacità di stoccaggio pari a circa 1,3 miliardi di metri cubi standard di gas naturale, sufficienti a soddisfare il 25% delle necessità di stoccaggio della Spagna. La sequenza sismica è iniziata tre giorni dopo l'inizio delle iniezioni, con eventi via via crescenti fino a ML 2.6. L'iniezione è stata interrotta dopo 12 giorni ma questo non è stato sufficiente a bloccare i terremoti, anzi, il più forte evento Mw 4.3 si è verificato due settimane dopo l'interruzione dell'iniezione. In totale, sono stati rilevati oltre 1000 terremoti, di cui più di 420 con ML ≥ 2. Sismicità debole era ancora in corso nel 2016 (Gaite et al., 2016). La sequenza sismica indotta dallo stoccaggio di Castor ha determinato una forte reazione pubblica negativa, anche perché la popolazione era molto sensibilizzata al problema del rischio sismico dopo il terremoto Mw 5.1 avvenuto a Lorca (circa 250 km più a sud, lungo la costa) nel 2011. A seguito dei terremoti avvenuti, il progetto è stato sospeso. A posteriori, è stato riconosciuto che le attività di iniezione del gas avevano riattivato una faglia del sistema di faglie di Amposta. Inoltre è stata riconosciuta una inadeguatezza sia nella infrastruttura di monitoraggio sismico, sia, e soprattutto, nella capacità di analizzare efficacemente e tempestivamente i dati sismici raccolti.

  • Campi di stoccaggio di Bergermeer, Norg e Grijpskerk, in Olanda (Anonymous, 2014) — Per questi casi si riporta solo un numero molto limitato di eventi molto deboli, per i quali non esiste ancora alcuno studio scientifico pubblicato. Le uniche evidenze documentate riguardano alcuni microeventi con magnitudo massima 0.7 avvenuti nel 2013 presso il deposito di Bergemeer durante la fase di creazione del cushion gas e rilevati da array microsismici calati in pozzo. Anche in questo caso, è importante distinguere queste attività dalla più nota attività di produzione di gas a Groeningen che ha dato origine ad alcuni terremoti noti in letteratura.

  • Háje, Czech Republic (Benetatos et al., 2013; Zedník et al., 2001) — Lo stoccaggio è effettuato in caverne sotterranee e in prossimità dell’area sono stati registrati due terremoti di magnitudo 0.2 e 0.4 nel 2009. 

  • Hutubi, China (Tang et al., 2015; Zhou et al., 2019) —Lo stoccaggio utilizza un deposito naturale di produzione di gas che viene convertito allo stoccaggio nel 2013. Vengono rilevati circa 200 eventi durante i primi cicli di iniezione del gas, con due eventi maggiori M 2.7 e M 3.0 nel 2013 e alcuni eventi minori nel 2014, a distanza rispettivamente di circa 3 km e 1 km dal serbatoio. Gli studi più recenti (Zhou et al., 2019) ritengono che questi eventi siano indotti e causati dalla riattivazione di faglie pre-esistenti a causa della diffusione di stress poro-elastico.

Infine Evans et al (2015) riportano il caso di microsismicità (ancor meglio classificabile come nanosismicità) rilevata presso lo stoccaggio di Germigny (Francia settentrionale, stoccaggio in acquifero) operativo dal 1982. Nel periodo a cavallo tra il 1991 e 1992 venne rilevata della microsismicità di livello strumentale (meno di 30 eventi), rilevata solo dai sensori calati in pozzi profondi e localizzata nello strato produttivo in vicinanza dei pozzi di iniezione (Deflandre et al., 1993; Fabriol, 1993).

In Italia, ci sono evidenze di eventi sismici correlati ad attività' di stoccaggio di gas?

In Italia non ci sono evidenze di eventi correlati alle attività di stoccaggio del gas.

Va considerato da un lato che gli stoccaggi di gas in Italia sono effettuati esclusivamente in depositi di gas depleti, e questa è una tipologia di stoccaggio ritenuta particolarmente sicura. In molti casi il monitoraggio sismico degli stoccaggi di gas, viene effettuato dallo stesso soggetto (privato) che effettua lo stoccaggio. Tuttavia anche per lo stoccaggio di Collalto (TV) - monitorato con una rete sismica dedicata da parte di un Ente Pubblico di Ricerca (OGS) e i cui dati e analisi sono pubblici - si riscontra l’assenza di sismicità correlata all’attività di stoccaggio.

Monitoraggio sismico

A cosa serve il monitoraggio sismico?

Il monitoraggio della sismicità indotta è estremamente importante per comprendere i processi fisici all’origine del fenomeno sismico. Permette inoltre di identificare e mappare le potenziali faglie attive vicino ai siti industriali. Il monitoraggio sismico in tempo reale è lo strumento di controllo più usato in molte aree di utilizzo delle risorse per la produzione di energia.

Cos'e' una rete di monitoraggio sismico?

Una rete di monitoraggio sismico è un insieme di stazioni sismiche distribuite su di una determinata area, collegate in tempo reale attraverso sistemi di teletrasmissione dei dati ad un centro di raccolta. Le reti di monitoraggio sismico vengono realizzate per scopi scientifici e azioni di protezione civile.

La rete di monitoraggio sismico registra le vibrazioni del terreno causate dal passaggio delle onde sismiche. La rete è molto sensibile e rileva tutte le vibrazioni del suolo, sia quelle dei terremoti sia quelle generate da altre sorgenti come ad esempio il transito di mezzi o veicoli (treni, camion, ...), le attività di macchinari industriali, le perturbazioni meteorologiche o le esplosioni di cave o ordigni bellici.

Cosa misura?

La rete di monitoraggio sismico registra le vibrazioni del terreno causate dal passaggio delle onde sismiche. La rete è molto sensibile e rileva tutte le vibrazioni del suolo, sia quelle dei terremoti sia quelle generate da altre sorgenti come ad esempio il transito di mezzi o veicoli (treni, camion, ...), le attività di macchinari industriali, le perturbazioni meteorologiche o le esplosioni di cave o ordigni bellici.

Cosa rileva un sismometro?

Il sismografo è uno strumento che trasforma il movimento del suolo causato da un evento sismico in una registrazione permanente. Esso consente di analizzare opportunamente e di riesaminare in qualunque momento l'insieme delle onde sismiche.

Il sistema di monitoraggio acquisisce in continuo il segnale dalle stazioni della rete, lo analizza per riconoscere eventuali variazioni e, se queste variazioni sono riscontrate in più stazioni, ne localizza l’origine e l’intensità. Se sussistono le condizioni viene dichiarato il cosiddetto “evento sismico”. Tutto ciò avviene in pochi secondi a partire dal momento in cui il segnale viene registrato.

Può succedere che vengano identificati anche eventi diversi o falsi eventi dovuti alla corrispondenza casuale di variazioni di segnale. Dato che il sistema è calibrato per essere molto sensibile (ricordiamo che lo scopo principale è quello di registrare la microsismicità) ci possono essere numerosi falsi eventi. Per questo motivo, tutte le elaborazioni automatiche sono riviste da un sismologo esperto, che analizza gli eventi rilevati e li conferma nel caso in cui questi corrispondano a terremoti locali o eventi potenzialmente connessi all'attività dell'impianto di stoccaggio.

Cosa rappresentano i sismogrammi?

Il moto del suolo registrato dagli strumenti viene usualmente rappresentato con dei grafici, chiamati sismogrammi, che descrivono il movimento del terreno al passare del tempo. Dai sismogrammi si può valutare (sia visivamente sia attraverso analisi al computer) dove è avvenuto un evento sismico, quanto forte è stato e alcune altre sue caratteristiche.

Per maggiori dettagli consultare la pagina omonima nella Home page.

Cosa vediamo in un sismogramma?

Nel sismogramma possiamo riconoscere le fasi (cioè particolari tratti delle forme d’onda) relative a specifici fronti d’onda che si generano alla sorgente o all’attraversamento della struttura geologica della Terra, che è complessa, e il “rumore sismico”, cioè la vibrazione risultante da un gran numero di processi di origine diversa (dalle perturbazioni atmosferiche al moto oceanico, dalle attività umane ai terremoti stessi) che corre continuamente lungo la superficie terrestre similmente al moto ondoso continuo che troviamo, più o meno forte, sul mare.

Dalle specifiche fasi riconoscibili nei sismogrammi generati da un evento sismico si può stimare (sia visivamente sia attraverso analisi al computer) dove è avvenuto, quanto forte è stato e alcune altre sue caratteristiche.

L'impianto di stoccaggio gas e' sicuro in caso di terremoto?

Le opere strutturali dell'impianto IGS Cornegliano Stoccaggio sono state progettate secondo le norme tecniche per le costruzioni adottando parametri particolarmente severi e conservativi; le strutture sono quindi robuste e certamente in grado di resistere agli eventi sismici attesi senza subire danni.

Nel caso di ipotetici eventi catastrofici, molto più violenti e improbabili, le strutture potrebbero subire danni localizzati ma nessun crollo; in questo caso l'impianto è dotato di sistemi di sicurezza intrinseci che, in caso di anomalia, interrompono le condizioni di funzionamento e pongono l'impianto in condizioni non operative.

Il giacimento in cui e' immagazzinato il gas e' sicuro in caso di terremoto?

Sì, il giacimento può dirsi sicuro in caso di terremoto. Esso infatti non è costituito da una grande cavità vuota riempita dal gas ma da rocce porose nelle quali si infiltra il gas, una specie di grande spugna collocata a circa un chilometro e mezzo di profondità. La roccia che costituisce il serbatoio, al cui interno è immagazzinato il gas, e quella che lo sigilla superiormente (il cosiddetto cap rock) si comportano elasticamente al passaggio delle onde sismiche generate da un evento. Bisogna ricordare che i serbatoi esauriti di gas usati in Italia per lo stoccaggio hanno contenuto il gas formatosi naturalmente per milioni di anni e hanno “sperimentato” e resistito a tutti gli eventi sismici che si sono verificati nell'area.

Monitoraggio geodetico

A cosa serve il monitoraggio geodetico?

Le attività di estrazione/stoccaggio di idrocarburi e di re-iniezione di fluidi nel sottosuolo possono indurre fenomeni di deformazione superficiale. Tramite il monitoraggio geodetico satellitare (DInSAR) è possibile misurare l’andamento nel tempo degli spostamenti del suolo con precisione del centimetro, e in alcuni casi anche di qualche millimetro, su aree spazialmente estese (da decine a decine di migliaia di km2). La possibilità di misurare le deformazioni del terreno su zone ampie rispetto alla dimensione del giacimento, e soprattutto di seguirne l’evoluzione temporale, permette di evidenziare eventuali variazioni rispetto allo scenario deformativo preesistente rispetto alle attività di stoccaggio.

Cosa sono le deformazioni del suolo e perche' il suolo si deforma?

Il suolo si può deformare sia a causa della deformazione della crosta terrestre superficiale, sia a causa di fenomeni locali di vario tipo. La deformazione della crosta terrestre avviene principalmente a causa dei movimenti tettonici, cioè lo spostamento relativo dei continenti che crea zone di deformazione più o meno intensa. Tuttavia il suolo si deforma anche per altre cause naturali, come ad esempio eventi sismici, eruzioni vulcaniche, faglie, frane e come conseguenza di attività umane (come ad esempio l’emungimento di acqua dalle falde, l’estrazione di olio o gas dai giacimenti di idrocarburi, l’estrazione di materiale da miniere e lo stoccaggio di gas).

Cos'e' un sistema GNSS e cosa rileva?

Il sistema satellitare globale di navigazione (in lingua inglese Global Navigation Satellite System, acronimo GNSS) è un sistema di geo-radiolocalizzazione e navigazione terrestre, marittima o aerea, che utilizza una rete di satelliti artificiali in orbita e pseudoliti.
I sistemi di geolocalizzazione forniscono un servizio di posizionamento geo-spaziale a copertura globale che consente a piccoli ricevitori elettronici, appositamente costruiti, di determinare le loro coordinate geografiche (longitudine, latitudine ed altitudine) su un qualunque punto della superficie terrestre o dell'atmosfera con un errore di pochi metri (e fino a millimetri nelle realizzazioni di precisione come le stazioni permanenti ad uso geodetico), elaborando segnali a radiofrequenza trasmessi in linea di vista da tali satelliti.

Cosa sono i dati DInSAR e cosa rilevano?

I dati DInSAR sono misure della deformazione della superficie terrestre (espressa in centimetri oppure in millimetri) ottenute utilizzando dati radar acquisiti da satellite. In particolare, si utilizzano sequenze di immagini ottenute grazie a sistemi denominati SAR (acronimo inglese di Radar ad Apertura Sintetica) acquisite in un certo intervallo di tempo da uno o più satelliti su un’area di interesse e, tramite tecniche di elaborazione denominate DInSAR (Interferometria SAR Differenziale), si ricavano mappe della deformazione del suolo sull'area di interesse e, per ciascun punto di queste mappe, l’evoluzione della deformazione nell'intervallo di tempo considerato (ovvero come la deformazione varia nel tempo).
Le analisi DInSAR nativamente generano la misura della deformazione del suolo proiettata lungo la linea di vista del sensore (in inglese LOS, acronimo di Line Of Sight), che, infatti, “guarda” il globo terrestre non perpendicolarmente ma con una certa angolazione. Sfruttando, però, il fatto che i sensori acquisiscono dati percorrendo sia orbite ascendenti (ovvero muovendosi da Sud a Nord), sia discendenti (muovendosi da Nord a sud), si possono combinare opportunamente i risultati DInSAR relativi alle analisi effettuate per le diverse orbite e ottenere le misure delle componenti verticali ed Est-Ovest degli spostamenti del suolo.

Quali conseguenze possono avere le variazioni di quota del suolo?

Gli effetti delle variazioni di quota dipendono in primo luogo dalla posizione del sito in cui si verificano. In molte situazioni il fattore più importante da considerare è la variazione differenziale di quota, cioè la variazione di quota relativa tra due punti “vicini” (con il termine “vicini” si intende una distanza di interesse per l’oggetto per cui si vuole stimare l’effetto). Per edifici in muratura con più di un piano, si stima che la massima deformazione accettabile sia entro 5 × 10−4mm, cioè 5 mm ogni 10 m [Skempton and McDonald, 1956]. Per edifici in cemento armato e strutture in acciaio tale valore può essere 10-15 volte più ampio.

Gli stoccaggi generano deformazioni o variazioni di quota del suolo?

Gli stoccaggi di gas possono generare deformazioni dell’ordine di grandezza di alcuni millimetri sia in orizzontale sia in verticale. Le deformazioni rilevate o stimate sono di molto inferiori a quelle che possono provocare conseguenze per l’uomo e, in genere, per l’ambiente. Tuttavia è importante monitorare gli spostamenti superficiali sia per avere riscontro oggettivo degli effetti provocati dallo stoccaggio sia per migliorare l’interpretazione di ciò che avviene.

E' naturale che a Cornegliano ci siano variazioni di quota del suolo?

Sì, è naturale che esista la possibilità che si verifichi questo fenomeno con spostamenti dell’ordine di alcuni millimetri in un'area che comprende il serbatoio di stoccaggio. Si stima infatti che le deformazioni indotte potranno essere molto limitate e molto al di sotto dei valori in grado di essere percepiti o di provocare qualsiasi conseguenza sia per l’uomo, sia per l’ambiente. Il monitoraggio continuo permetterà comunque di verificare costantemente la situazione.

Qual e' l'entità' delle deformazioni del suolo misurate nell'area di Cornegliano Laudense?

Il monitoraggio non evidenzia fino ad ora alcuna variazione di posizione o deformazione che superi i valori di fondo naturali.

Come si leggono i risultati delle analisi GNSS e DInSAR?

I principali risultati delle analisi DInSAR sono le mappe di velocità media di deformazione del suolo, espresse in cm/anno o mm/anno, e, per ciascun punto visualizzato in tali mappe, le serie temporali della deformazione calcolata in centimetri, ovvero l’andamento della deformazione nell'intervallo di tempo in cui sono stati acquisiti i dati SAR.
In particolare, le mappe di velocità media di deformazione del terreno generate per l’analisi DInSAR relativa all'area di Cornegliano Laudense sono mappe geocodificate, quindi sovrapponibili alle mappe già esistenti della zona, e sono rappresentate in falsi colori, che corrispondono agli spostamenti del suolo. Solitamente il verde rappresenta zone stabili (che non si deformano nel tempo), il giallo e il rosso zone in subsidenza, l’azzurro e il blu zone in sollevamento.

Come citare il Monitoraggio di "Cornegliano Stoccaggio"?

Come citare il Monitoraggio di "Cornegliano Stoccaggio"?

Il riferimento da citare per l'utilizzo di parametri e informazioni contenuti in questo website è:

Monitoraggio di “Cornegliano Stoccaggio” Working Group, 2019. Monitoraggio di “Cornegliano Stoccaggio” web site - http://rete-cornegliano.crs.inogs.it



In caso di utilizzo dei dati sismici, si prega di citare:

RSCL Working Group (2019). Rete Sismica di Cornegliano Laudense - http://rete-cornegliano.crs.inogs.it - https://doi.org/10.7914/SN/OL