Strumentazione

Tutte le stazioni sono equipaggiate con la medesima strumentazione, di fabbricazione Guralp Systems Ltd. (Tabella 1), composta da: un velocimetro digitale a banda larga Radian (in pozzo, a circa 75 m di profondità), un accelerometro compatto a banda larga Fortis (in superficie) e un digitalizzatore Minimus a 24-bit (acquisitore).

tab 3 – tab3.


Tabella 1 – Modelli dei principali componenti della strumentazione sismologica in dotazione alle stazioni della RSCL (prodotti da Guralp System Ltd.).




fig 8.


Figura 1 - Fase di test della strumentazione: a) Guralp Minimus, acquisitore digitale a 6 canali; b) Guralp Fortis, accelerometro per la misurazione del moto forte del suolo; c) Guralp Radian, sismometro digitale da pozzo a banda larga. Nella parte centrale del sismometro si nota la molla usata per accoppiare il sensore alle pareti del pozzo.



I sensori da pozzo sono stati equipaggiati con un sistema di accoppiamento, progettato dall’OGS, che consiste in una lama di acciaio posta in tensionamento da due flange solidali con il sensore (Figura 1c). Il tensionamento della lama viene regolato in modo che il sensore, addizionato di un opportuno peso, possa scorrere lungo il tubo per la discesa. Una volta arrivato al fondo del pozzo, il peso viene poi rimosso dall’alto. La fase più delicata dell’installazione è stata sicuramente proprio quella del calo del sismometro all’interno del pozzo. Il sensore viene calato nel pozzo per mezzo di verricelli allestiti in modo da permettere ai cavi di entrare verticalmente dentro l’imbocco del pozzo evitando attriti e sfregature sul metallo o sul cemento (Figura 2). I verricelli servono anche per gestire il notevole peso dello strumento che, considerando il sensore, il grave aggiuntivo e il cavo, è di numerose decine di kg.

fig 8.


Figura 2 – Fase d’inserimento del sismometro in pozzo. Notare il sistema di verricelli usato per il cavo-segnale e per la fune di recupero del peso che facilita la discesa in pozzo.



La Figura 3 mostra un esempio di stazione completata. Si noti la recinzione “ecologica” a ridotto impatto ambientale che protegge il sito e la strumentazione. La Figura 4, infine, mostra l’interno di un pozzetto: si riconoscono la testa del pozzo, sigillata in superficie e l’accelerometro ancorato alla basetta di cemento all’angolo. Il pozzetto è inglobato nella piattaforma di cemento e si eleva di circa 20 cm rispetto al piano campagna, per evitare l’ingresso di acqua in caso di forti piogge. All’interno la testa-pozzo sporge di circa 50-80 cm rispetto al fondo del pozzetto, per evitare anche in questo caso, che eventuali accumuli d’acqua possano penetrare all’interno del pozzo dalla testa.

fig 8.

Figura 3 – Esempio di stazione completata. La fotografia si riferisce alla stazione OL02. Si riconoscono: la basetta di cemento; il traliccio d’acciaio che regge il pannello fotovoltaico, con, sotto, l’armadio che contiene tutta la strumentazione, eccettuati i sensori, e le batterie di alimentazione; davanti all’armadio, il coperchio del pozzetto all’interno del quale si trova il pozzo.

fig 8.

Figura 4 – Esempio dell’interno di un pozzetto. La fotografia si riferisce alla stazione OL08. Al centro, leggermente in basso, si riconosce la testa del pozzo, tappata, da cui esce il cavo del sismometro. In alto a destra si vede la basetta triangolare su cui è ancorato l’accelerometro. Sulla sinistra si riconosce l’imbocco del cavidotto che permette di portare i cavi all’interno dell’armadietto.




Trasmissione e archiviazione dati

Tutte le stazioni della Rete Sismica di Cornegliano Laudense sono dotate di un sistema di trasmissione dati appoggiato alla rete di telefonia mobile 3G. I dati dalle stazioni vengono inviati al centro di acquisizione presso l’OGS, permettendo anche il monitoraggio dei parametri di funzionamento ed effettuare quando necessario operazioni di manutenzione.
Una volta acquisiti, i dati grezzi delle stazioni di monitoraggio vengono convertiti nel formato miniSEED (standard internazionale per lo scambio di dati sismologici digitali) per essere poi elaborati, analizzati e archiviati in tempo reale su un sistema di archiviazione di rete con capacità complessiva di circa 20 TB. La rete RSCL accumula approssimativamente 1.2 GB di dati al giorno, quindi circa 0.5 TB all’anno. Il dataset e' archiviato in modo permanente, sicuro e accessibile via web all’interno dell’infrastruttura della Sezione Scientifica Centro di Ricerche Sismologiche centrale di dipartimento denominata OASIS. La pagina web di OASIS da' accesso libero al pubblico sia alle informazioni riguardanti i siti sia alle forme d’onda registrate in continuo dalla RSCL, con un giorno di latenza per consentire di colmare eventuali malfunzionamenti o mancanze temporanee nella trasmissione dei dati.
Per il collegamento e l’archiviazione dei dati in tempo reale si utilizza il protocollo SeedLink, che permette di stabilire una comunicazione robusta e in tempo reale tra il server di acquisizione (RingServer), le stazioni e il sistema di elaborazione e archiviazione (BRTT Antelope). Quest’ultimo sistema svolge le funzioni di elaborazione e analisi in tempo reale, che comprendono il riconoscimento e la localizzazione automatica dei terremoti e la notifica degli eventuali avvisi al personale di reperibilità.
In Figura 5 è mostrata un’immagine della sala di controllo sismico, sita a Sgonico (TS), presso la sede centrale di OGS.

fig 8.


Figura 5 – La sala di monitoraggio presso i locali della Sezione CRS nella sede dell’OGS a Sgonico (Trieste).







Per approfondimenti consultare nella sezione "Dati e Documentazione" la voce "Relazioni".