Geometria della rete
La Rete Sismica di Cornegliano Laudense (RSCL) è composta da dieci stazioni sismometriche. Concorre al Sistema di Monitoraggio integrato una stazione geodetica GNSS1 permanente. La rete sismica si compone di due gruppi di stazioni:
- • un nucleo interno, costituito da 6 stazioni (OL01-OL06, Figura 1) disposte a pentagono con una stazione al centro, in modo da comprendere l’area del serbatoio per la quale si intende rilevare la micro-sismicità eventualmente indotta dalle attività dell’impianto;
- • un gruppo esterno, costituito da 4 stazioni (OL07-OL010, Figura 2) disposte a quadrilatero con assi orientati E-O/N-S, ad una distanza variabile tra 10 e 20 km dal nucleo centrale, in modo da comprendere l’area per la quale si vuole rilevare in dettagliato la sismicità naturale.
Figura 1 - Mappa della rete di monitoraggio sismico per la concessione di stoccaggio “Cornegliano Laudense”. Dettaglio del nucleo interno della rete. I simboli quadrati bianchi rappresentano le stazioni della rete (sigla OL). Il poligono bianco rappresenta approssimativamente l'area corrispondente al giacimento.
Figura 2 - Mappa della rete di monitoraggio sismico per la concessione di stoccaggio “Cornegliano Laudense”. Visione complessiva. La rete è costituita dalle dieci stazioni raffigurate con simboli quadrati bianchi. Il circolo giallo rappresenta la distanza di 10 km dalla stazione centrale OL01.
La Tabella seguente indica le informazioni principali e le date di inizio funzionamento delle stazioni della RSCL con la configurazione definitiva. La data d’inizio ufficiale dell'operatività dell’intera rete è il 1/1/2017. Informazioni dettagliate sono riportate nelle singole schede di stazione.
Criteri di progettazione
La Rete Sismica di Cornegliano Laudense (RSCL) è stata progettata con lo scopo di poter svolgere un’attività di controllo e studio sia della microsismicità eventualmente indotta dalle attività di stoccaggio sul serbatoio naturale, sia della sismicità naturale nell’area circostante il serbatoio. La rete combina caratteristiche strumentali di alta dinamica, adatte a garantire la registrazione di terremoti medio-forti associati a sorgenti sismogenetiche (note o ipotizzate) nell’area, con le prerogative di elevata sensibilità richieste a una rete di monitoraggio microsismico che deve garantire il migliore potere risolutivo alle profondità e lungo le geometrie degli orizzonti permeabili caratteristici del serbatoio naturale. La rete realizzata ha una geometria che si concentra sull’area corrispondente al serbatoio, dove la spaziatura tra le stazioni è ridotta a 4-5 km, e si allarga via via a distanza da esso permettendo un collegamento armonico con le reti di rilevamento sismico regionali gestite dall’OGS e la Rete Sismica Nazionale Centralizzata gestita dall’INGV. Inoltre, la rete è dotata di un numero di stazioni adeguato a garantire il monitoraggio anche nel caso di temporanei malfunzionamenti di qualche strumento o delle reti di comunicazione. La rete è stata progettata in modo da consentire la rilevazione degli eventi deboli (0.0 ≤ M ≤ 1.0, o talora anche valori negativi) all’interno del serbatoio e nelle immediate vicinanze, nonché la registrazione completa di eventi medio-forti (M ≥ 4.5) in tutta l’area studio. Essa fornisce dati di elevata qualità tali da poter effettuare, in prospettiva, localizzazioni e stime di magnitudo di precisione, studi di sorgente per collegare le caratteristiche del rilascio di energia con lo stato di pressione interno al serbatoio, analisi tomografiche per la definizione delle strutture di velocità esistenti nel sottosuolo, della variazione dei parametri elastici locali nel tempo e il loro eventuale rapporto con l’attività sismica delle strutture sismogenetiche vicine.
Per approfondimenti consultare la voce "Relazioni" nella sezione "Dati e Documentazione".